Nella nostra dialettica quotidiana, sempre più spesso si sente dire ho scelto ‘il Male minore’. L’espressione viene accompagnata da compiacimento di chi ha valutato con attenzione e ponderazione la sua scelta, e poi con giudizio e senso di responsabilità ha optato per il Male minore.

Chiedergli se c’era una scelta giusta, che non provocasse alcun male è tentativo vano. Egli o Ella vi illustrerebbe le varie soluzioni tutte intrise di un aspetto negativo. Chi ascolta con distrazione potrebbe convenire e convincersi della validità delle tesi esposte, ma chi volesse veramente valutare con attenzione la storia che ha portato al Male minore, si renderebbe conto, che nelle valutazioni c’è molto egoismo, abbondante mediocrità, difficoltà a sostituire il proprio interesse a vantaggio dell’altro, ed il Male minore l’unica soluzione.

Il Male minore è il lento progressivo abituarsi al Male.

E così due genitori che si separano hanno scelto il Male minore, forse lo hanno fatto per il bene dei figli, i politici nelle loro scelte quotidiane scelgono sempre più spesso il male minore, e le scelte dell’imprenditore si ispirano al Male minore.

Lentamente il Male minore si è appropriato delle famiglie, della società e delle imprese, senza che la nostra coscienza sia più in grado di reagire, curata omeopaticamente dal Male minore.

L’assuefazione al Male minore è l’aspetto più negativo della questione. Bisogna convincersi che la parola Male non puo’ essere accompagnata dall’attributo minore, e che un Male minore rimane un Male.

Ma di più bisogna far rinascere in noi la consapevolezza che esiste SEMPRE un’altra via al Male minore, che è quella della comprensione, del sacrificio della condivisione del rispetto degli altri.

Così come non ha senso esprimere un Male ‘minore’, altro controsenso è rappresentare la maggioranza ‘relativa’.

Perdere di vista per molti il concetto di ‘maggioranza relativa’ distorce di fatto la realtà.

Un partito, gli azionisti di un’azienda, ma anche i giocatori di una squadra, chiunque insomma, dice di governare con la maggioranza , se questa è relativa dice una cosa non vera.

La parola maggioranza esprime chiaramente che in un’insieme si ha la maggioranza se si supera ovviamente il 50% dei componenti dell’insieme stesso. Ma questa è la maggioranza assoluta, o se volete , la definirei meglio la Maggioranza vera, che si distingue dalla relativa, che si potrebbe più chiaramente esprimere come la Maggioranza falsa.

Politicamente se vota per esempio il 70% degli elettori (grande partecipazione) ed io acquisisco il 40% dei voti (grande successo) ho dalla mia parte solo il 28% degli elettori aventi diritto. VERAMENTE UNA MINORANZA eppure tanto basta a raccontare che si rappresenta la maggioranza del paese, e su questa teoria tante altre costruzioni poco attendibili. Il danno forte è il convincimento di chi non è solidale con l’eletto di rappresentare una minoranza e di sentrsi sfiduciato nelle proprie azioni e nei propri convincimenti.

Cosa produce la maggioranza relativa nelle grandi aziende. Semplicemente che avendo la maggioranza relativa, cioè quella falsa, che però mi consente di comandare l’azienda, che di fatto non è mia, distolgo ricchezze, e commesse verso le aziende veramente mie, dove ho la maggioranza vera, spogliando di fatto l’azienda da me comandata. Non cito casi davanti agli occhi di tutti.

Ma continuando con gli esempi anche più banali, in una squadra di calcio, per esempio, pochi calciatori condizionano il gioco o le scelte dell’allenatore, pur non rappresentando la maggioranza assoluta.

Ho voluto scrivere sul tema, perchè sarebbe auspicabile una società in cui, si avesse consapevolezza che il Male minore è Male, e chi ha avuto il potere per una maggioranza relativa, lo gestisse nel rispetto degli altri e con la consapevolezza che egli, comunque rappresenta una minoranza.

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