Mi piace molto passeggiare in queste giornate invernali, senza visitatori, nei punti meno frequentati dello zoo, perché ancora ne scopro luoghi bellissimi. L’ultima scoperta, dopo due alberi di avogado, una pianta di cedro ed una camelia secolare. Ce ne sono tante di colori stupendi, ora in fiore. Il degrado degli ultimi vent’anni ha avuto un effetto protettivo nei confronti della natura stessa che si e’ quasi rinchiusa , per esplodere adesso, attraverso accurate potature, che ne stanno portando in risalto la stupenda bellezza. All’ingresso e’ spettacolare la struttura di 4 palme intrecciate che fanno un unico tronco.
Ma se guardi lo zoo con gli occhi di un architetto ti accorgi delle qualita’ artistiche di Piccinato, nel disegno integrale dello zoo, ed in particolare di alcune opere tutte essenziali : l’ingresso e la voliera in particolare, dove le strutture sono leggerissime , lasciando spazio alla natura : alberi ed animali.
Gli animali, che ora sono alimentati nel modo migliore, hanno riacquistato vitalita’, vivacita’ , ma soprattutto sembrano gradire la presenza dei bambini, quel vociare chiassoso che non li infastidisce, anzi sembrano, a volte di fare smorfie o prendere pose particolari.
Avevo 7/8 anni ( mamma mia 50 anni fa ) quando volevo liberare la tigre, soffrivo a vederla andare su e giu’ senza pausa. E credo che la festa piu’ grande dello zoo, sara’ il giorno della loro liberazione in uno spazio adeguato con 3 laghetti dove si potranno immergere completamente ed acqua corrente, simulando il piu’ possibile il loro ambiente naturale.
Ma non sara’ solo la festa per le tigri, sara’ anche la festa dei napoletani. Sara’ il giorno in cui avremo dimostrato che si puo’ fare, che si puo’ fare anche a Napoli. Che un luogo di bellezza incredibile, portato al degrado totale, infestato da letame in ogni angolo possibile, acquisira’ dignita’ internazionale e restituira’ dignita’ agli animali, ed ai napoletani.
Una citta’, la nostra, dove si combatte SEMPRE, chi vuole fare. C’e’ una parte silenziosa, ma potente della nostra citta’ ed allo stesso tempo incapace, che puo’ sopportare tutto: la camorra, i rifiuti tossici, i tumori, ma che non riesce a tollerare chi vuole fare bene, e pretende di riuscirci.
Questa citta’ usa le armi improprie della calunnia ed usa la burocrazia, utilissima, quando serve fermare l’iniziativa, arrogante nella sua presunzione, cattiva nell’esercizio del Suo potere, abile nel tessere il sottile ricatto, mai in forma diretta , ma sempre attraverso teste di legno, stupide, e vuote alleate sempre al finto potente di turno.
Riportare lo Zoo di Napoli in Europa, mi sembrava una sfida imprenditoriale onerosa dal punto di vista finanziario, scientifico, organizzativo. Scopro invece, che la sfida vera e’ vincere nella mia citta’, contro la mia citta’.
Confido in tutti i bambini ed in tutte le mamme che ci sostengono, che ci incoraggiano, in tutti i napoletani che si sono stancati di essere violentati, da inetti incapaci, ubriachi del loro piccolo potere, a tempo. Intanto mi contemplo il laghetto, portato quasi al suo antico splendore, a come lo aveva pensato Piccinato.
E mi sembra di vederlo sul ponte, Piccinato, che mi sorride e mi incoraggia.