feb

17

Una Bambina senza nome

Autore: Francesco Floro Flores


Giorni fa ad una bambina di circa 10 anni è stata legata una cintura di esplosivo. La si è fatta andare verso il mercato, e poi fatta esplodere.

Chissà cosa pensava quella bambina, mentre le legavano l’esplosivo alla vita. Se era consapevole della morte, che a breve l’avrebbe raggiunta, se ne aveva paura, o se già, così piccola era felice di lasciare questo mondo che le aveva riservato forse solo tristezza. E se aveva una madre che la cercava, che si straziava per quella morte infame.

Chissà se qualche attimo prima di morire si è girata ancora verso il suo aguzzino, per implorargli pietà. Chissà se invece credeva di essere stata liberata e magari ha vissuto qualche attimo di felicità.

Quanto malvagio deve essere quell’uomo, o forse solo quanto stupido ed ignorante quel carnefice.

Il libero arbitrio a tanta malvagità ha portato l’uomo!

Forse questa terra è stata abbandonata da un Dio del bene, e se anche il Diavolo l’avesse lasciata,  per quanto è capace oggi l’uomo.

Umberto Veronesi ha detto che non crede più in Dio, da quando ha visto Auschwitz, ed il dolore indicibile di bambini innocenti uccisi dal Cancro.

Erri De luca invece odia la Patria, le bandiere, le religioni, tutto quello che divide e che porta alle Guerre.

Io vorrei sapere il nome di quella Bambina, per poterla ricordare nella mia mente, per farle arrivare un po’ di calore, perchè penso che in quei momenti, prima di morire,  si senta il freddo  intenso della solitudine.

giu

27

Ciro Esposito

Autore: Francesco Floro Flores


Mentre un giovane Napoletano, ferito a morte, lottava per sopravvivere, un altro napoletano in Televisione prendeva la scena: Genny la Carogna. Un ultra’ che impediva la partita Napoli Fiorentina (Finale di Coppa Italia) e quindi una festa per i tifosi napoletani. Di colui che aveva sparato nessuna traccia, di che cosa seriamente fosse accaduto nessuna informazione.

Come in un oblio televisivo durante la partita e dopo, il tema era Genny e le sue imprese;  per giorni, si e’ scavato sulla sua vita e se ci fosse stata trattativa. L’immagine di Genny era l’immagine di Napoli.
In questa assurda coreografia erano inserite come comparse le piu’ alte cariche dello stato che partecipavano passive alla grande farsa.

Intanto Ciro Esposito moriva, ed ancora oggi i fatti e le responsabilita’ non sono state precisamente definite.

Come un gioco della sorte, nome piu’ simbolico non poteva avere CIRO ESPOSITO, il nome e il cognome piu’ comuni della citta’.

In effetti questo giovane Napoletano incarna l’altra Napoli, quella semplice, quasi banale, che va allo stadio solo per vedere la partita, per poche ore di gioia giovanile. Un ragazzo semplicemente fidanzato, uno di noi, uno dei nostri figli.

Per lui non c’e’ stata cronaca, non ci sono stati studi televisivi alla ricerca del suo passato.

Questa Napoli che muore senza colpe non interessa  nessuno, perche’ non incarna la tipologia della Napoli che si vuole rappresentare.

La Napoli buona e’  ben rappresentata da CIRO, ma anche dalla Sua Famiglia che, piegata dal dolore, chiede solo pace, serenita’.

Ciro Esposito poteva essere uno dei nostri figli, il suo nome diventi emblema di una Napoli troppo silenziosa, troppo passiva e troppo abusata. Una Napoli che pretende giustizia e che non vuole e non deve dimenticare il Sorriso di un altro suo giovane  morto senza colpe.