feb

17

Una Bambina senza nome

Autore: Francesco Floro Flores


Giorni fa ad una bambina di circa 10 anni è stata legata una cintura di esplosivo. La si è fatta andare verso il mercato, e poi fatta esplodere.

Chissà cosa pensava quella bambina, mentre le legavano l’esplosivo alla vita. Se era consapevole della morte, che a breve l’avrebbe raggiunta, se ne aveva paura, o se già, così piccola era felice di lasciare questo mondo che le aveva riservato forse solo tristezza. E se aveva una madre che la cercava, che si straziava per quella morte infame.

Chissà se qualche attimo prima di morire si è girata ancora verso il suo aguzzino, per implorargli pietà. Chissà se invece credeva di essere stata liberata e magari ha vissuto qualche attimo di felicità.

Quanto malvagio deve essere quell’uomo, o forse solo quanto stupido ed ignorante quel carnefice.

Il libero arbitrio a tanta malvagità ha portato l’uomo!

Forse questa terra è stata abbandonata da un Dio del bene, e se anche il Diavolo l’avesse lasciata,  per quanto è capace oggi l’uomo.

Umberto Veronesi ha detto che non crede più in Dio, da quando ha visto Auschwitz, ed il dolore indicibile di bambini innocenti uccisi dal Cancro.

Erri De luca invece odia la Patria, le bandiere, le religioni, tutto quello che divide e che porta alle Guerre.

Io vorrei sapere il nome di quella Bambina, per poterla ricordare nella mia mente, per farle arrivare un po’ di calore, perchè penso che in quei momenti, prima di morire,  si senta il freddo  intenso della solitudine.

mag

21

La mia parola è MADRE

Autore: Francesco Floro Flores


Credo che molti durante la trasmissione “Quello che (non) ho”, abbiano immaginato la loro parola da raccontare: la mia è MADRE.
Nostra madre ci accompagna per tutta la nostra vita, la sua presenza è sempre viva, talvolta ingombrante, a volte riservata, più spesso determinante.
La cerchiamo, la amiamo, ne fuggiamo, ma sempre per ritornare.
Ricordo il risveglio della domenica dove non riuscivi a percepire se era più piacevole la sua voce o il profumo del ragù che copriva, anzi sovrastava, quello del caffè. Il suo sorriso e le sue risate trattenute per non svegliare il nonno. Non mi ha mai rimproverato e non ho neanche mai avuto un suo consiglio, perché la sua risposta di fronte al mio problema era sempre la stessa: ‘e che problema c’è, tu ce la farai, vedrai. A me bastava per andare determinato, perché non l’avrei mai voluta deludere ma, qualche volta, glielo avrei voluto spiegare il mio problema.
La sua determinazione a stare sempre con il fratello più debole. Sempre l’istinto di madre, contro qualunque straccio di ragione! E devi diventare padre per capire quanta saggezza c’era  in quelle scelte. Mia madre era all’antica: innamorata del marito, grande cuoca e donna di casa e poi, semplicemente, mamma. Hai detto niente!!!
Tra i parenti la nostra famiglia era la più modesta: c’erano impiegati di Banca, presidi…mio padre solo tappezziere. A me bambino infastidivano presunzione e superbia, ma fu Lei, sorprendendomi,  quando la mia azienda divenne più grande, a pretendere che io assumessi i figli dei miei zii e così ad accorgermi che, per molti anni, era stata il direttore del personale della mia azienda!!
Un giorno si ammalò gravemente e pretendeva che io la aiutassi, come sempre, risolvendo il problema, e quando cercai di accennarle della mia impotenza si arrabbiò, perché mi stavo sottraendo alle mie responsabilità.
Quando la chiamarono in sala operatoria, scese dal letto tutta contenta, sicura che finalmente sarebbe guarita. Un grande sorriso ai dottori, di cui era diventata amica e via ad operarsi.
Quando perdi tua madre ti accorgi che, in maniera discreta, la sua presenza viene sostituita da un’altra presenza…dapprima ti stupisci che lei ti accompagni nella giornata, poi la cerchi nei momenti in cui la fatica diventa insostenibile. Non parla, ma ti aiuta a percorrere la tua vita, a ritrovare, nelle antiche parole, la forza per andare avanti. E cominci a cercare nella Solitudine i tuoi ricordi e con essi la tua vita e, più di tutti, tua madre.