La questione napoletana

categoria Sport.

dic

13

Napoli c’è. Un bisogno sentito e sincero di cambiare

Autore: Francesco Floro Flores


Il 22 dicembre alcuni movimenti cittadini, nati spontaneamente, insieme rappresenteranno le loro idee, diverse nella genesi, ma coincidenti negli obiettivi. C’è una unica grande volontà di dimostrare che Napoli c’è. Che i napoletani se vorrannno, potranno finalmente scegliere anche al di là dei partiti.

Non è stato facile “unire”. A Napoli ci sono sempre state grandi individualità, ma è sempre mancato lo spirito civico, il senso comune, piuttosto che l’egoismo del singolo.

Però ci siamo riusciti. Anche i discorsi dei singoli rappresentanti, sono parti integrate e complementari di un unico programma per la città di Napoli.

C’è un bisogno sentito e sincero di cambiare. C’è il desiderio di vivere liberamente, soffacati ormai da un malessere comune, di cui la spazzatura è un elemento, ma non l’unico.

Il 22 dicembre è il giorno in cui chiunque si può aggregare, unire a tutti noi, per gridare che non si è soli, che noi non siamo soli. Senza clamori, con il passa parola, questo brusio della gente per bene, che oggi non da fastidio a nessuno, può diventare il boato, che potrebbe finalmente cambiare lo spirito della nostra città.

Un sogno, ma per viverlo è necessario che tutti ma proprio tutti gli uomini e donne che amano Napoli, si sveglino. E’ una grande occasione, forse l’ultima, non la perdiamo, vediamoci in tanti al Sannazzaro, non reimpiamo solo il teatro, ma anche la piazzetta adiacente. Sarà il modo giusto per gridare che Napoli c’è e non vuole più aspettare.

giu

28

Conflitto d’interessi – la nazionale

Autore: Francesco Floro Flores


La nazionale è uscita dal mondiale in modo mortificante.

Il selezionatore, il sig. Lippi in pieno conflitto d’interessi (il figlio è membro della Gea) ha scelto i 23 calciatori. Chissà quanti sono sotto contratto Gea, e quanti di quelli che pure avrebbero meritato, e che non sono stati convocati, invece non lo erano. E’ un vizio italiano ormai il conflitto d’interessi che sta distorcendo in maniera drammatica la realtà del nostro paese.

Un parlamentare della Lega ha affermato prima della partita con la Slovacchia che avremmo comprato la partita, (magari è una sua abitudine la corruzione, o ne condivide il metodo). Così non è andata, ma forse riusciremo ad individuare qualche calciatore che ha scommesso sulla sconfitta dell’Italia.

Il capitano della nazionale è invece riuscito a scaricare sui suoi compagni terrorizzati e mollicci, parte della responsabilità delle sconfitta.

Un calciatore del Sud Italia entrato per mezz’ora, voleva vincere la partita da solo e ci stava riuscendo, scaricando tutta la rabbia e voglia di riscatto, in quei tiri quasi goal.

Penso che mai come stavolta la Nazionale abbia ben rappresentato il popolo italiano.

giu

29

Lo Sport: risorsa sociale ed economica

Autore: Francesco Floro Flores


Ho avuto per molti anni una squadra di calcio, il Capri, militante nel torneo regionale di Calcio Campano. Un po’ perché mi è sempre piaciuto il calcio, molto perché ero affascinato dall’idea che il marchio Capri potesse attrarre forti sponsorizzazioni e raggiungere livelli professionistici.
Per varie ragioni ciò non è stato possibile, ma molte cose viste e fatte sono concrete ed ancora valide.
La prima constatazione é rappresentata dal fatto che la percentuale di ragazzi meridionali, in particolare campani, é superiore alla media delle altre regioni. In particolare nel Calcio esportiamo talenti che, però, devono fare la loro trafila al di fuori delle squadre locali, Napoli incluso. Economicamente parlando in effetti questi ragazzi sono una grande risorsa, che purtroppo, come i giovani ricercatori di successo, devono lasciare la loro città natale. Loro con l’ulteriore penalizzazione di lasciarla da adolescenti.
Una delle principali ragioni è nella mancanza di strutture adeguate allo scopo. Quando andavamo in Trentino in ritiro, tutti i paesini avevano più di una struttura di eccezionale livello, sia nell’infrastruttura che nella qualità degli insegnanti. Sono strutture polivalenti e quindi adattate non solo al Calcio, ma anche all’atletica, alla ginnastica…
Al contrario, tutte le strutture campane sono in generale degradate e solo pochissime hanno il prato in erba. La maggior parte sono comunali e sono onerose per la comunità.
Il comune di Napoli ha circa sette strutture di sua proprietà tra cui il Collana, il Signorini…tutte in uno stato di fatiscenza.
Perché non affidare queste strutture con gare pubbliche a privati?? Si potrebbe risolvere la situazione del costo di gestione e migliorare la qualità del servizio. Il comune si può fare  garante di vigilare sulla sicurezza , sulla qualità del mantenimento della struttura, e garantirsi una percentuale di servizi dedicati al sociale. Lo sport a tutti, con particolare attenzione ai bambini, ai ragazzi con meno disponibilità.
Ancora una volta si scatenerebbe un processo virtuoso, di riduzione costi per la spesa pubblica, investimenti di privati, miglioramento della vita in vari quartieri della città.
La disponibilità, poi, di tanti giovani talenti, potrebbe consentire la nascita di nuove società e di nuove opportunità di business, per personal trainer, insegnanti di ginnastica, fisioterapisti…
Napoli è l’unica grande città d’Italia a non avere una seconda squadra cittadina.
Ma à facile riportare la stessa questione su altre attività sportive: la vela, se si utilizzasse in maniera intelligente il lungomare partenopeo, e gli sport sulla sabbia, e l’atletica… Insomma un intelligente utilizzo della nostra migliore gioventù, che potrebbe essere distratta dal dolce far niente quotidiano.

Infine, è veramente incredibile come Napoli, pur avendo campioni mondiali, ori olimpici, mai abbia avuto, quale assessore allo sport, uno di questi signori, che molte e più ancora delle questioni da me poste avrebbe da porre e da risolvere.

Spero di leggere il vostro pensiero, suggerimenti e idee.

mar

17

La questione napoletana è su facebook

Autore: Francesco Floro Flores


La questione napoletana” da adesso è anche un gruppo su Facebook .

Vi invito ad iscrivervi e a pubblicare i vostri commenti.

Un cordiale saluto

Francesco Floro Flores

gen

26

Napoli

Autore: Francesco Floro Flores


Nel 1799 molti napoletani si ribellarono allo stato delle cose e con grande entusiasmo e Grandi Valori, donarono la loro vita per quello in cui credevano, senza paura. Ferdinando Russo morendo gridò “Muoio Uomo libero”.
Fu una breve, ma intensa, rivoluzione, e coinvolse la parte nobile della città, senza in alcun modo però, toccare la plebe, i ‘lazzari’ napoletani. Una costante della storia napoletana: una parte del popolo napoletano, che tuttora vive, meglio sopravvive, abituata ad arrangiarsi, sostenendo per ruffianeria e piccoli privilegi, la classe politica di turno. Questa parte della città ha avuto nei secoli la forza di sodalizzare con il potere politico, soffocando spesso la parte operosa ed attiva della città.

Oggi è ancora così. La Napoli perbene, quella che al mattino accompagna i figli a scuola, quelli, tanti, che alzano le loro saracinesche, i giovani che ogni lunedì, pendolari moderni, laureati, prendono il treno per Roma, Firenze, Milano,Torino, gli imprenditori operosi, con aziende vitali, gli artigiani, le mamme, le maestre, gli operai di tante grandi aziende, spesso del nord, tutti costoro sembrano non esistere.

Sicuramente non esistono per coloro i quali di Napoli sanno solo dai giornali e dalle televisioni, in cui i primi attori sono i delinquenti di ogni risma, gli assassini bambini, i politici corrotti, ma ancora di più incapaci, i falsi imprenditori esperti nella corruttela, più che nella corruzione, i morti di fame che vendono la loro città per poco, la avvelenano.

Sui giornali, in televisione, alla Napoli perbene giusto un ruolo di comparsa, e niente più. Eppure Napoli è viva, esiste ancora, pulsa e lentamente mortificata si risveglia, perchè comprende che soccombere ancora significa morire.

Significa dovere accettare che i figli lascino la loro città natale, significa temere per la propria vita, significa morire per una buca o per un lampione che cade, o per un proiettile vagante, o per le esalazioni che producono tumori.

Io ho deciso di dare spazio e voce e forza a tutte le persone di Napoli che sentono, come me, che bisogna ribellarsi, opporsi, combattere, pretendere il rispetto delle regole, della legalità. Io ho deciso di fare, di coinvolgere le forze positive e propositive della città affinché tutti assieme, si facciano mille piccole azioni che ridiano luce e speranza alla città più bella del mondo. Dove il rumore della gente è musica, dove il sorriso delle persone ancora ti rallegra, dove il sole ancora ti riscalda, dove qualcuno riesce ancora “a perdere il tempo” su una panchina, al sole.

A chi per caso mi ha letto, la preghiera di scrivermi  e di coinvolgere amici, amiche, giovani, anziani, tutti coloro i quali vogliono offrire il loro contributo, senza nulla pretendere se non  la rinascita di NAPOLI e della sua gente.

Si ha bisogno di architetti, urbanisti, scrittori, poeti, ingegneri, operai, vigili urbani, tassisti, mamme, casalinghe, artigiani, sportivi, pensionati, imprenditori, informatici, giornalisti, di napoletani tanti che non vivono più a Napoli, di ricercatori, di falegnami, di tutti proprio tutti, che insistono a volere semplicemente vivere a Napoli, con dignità.

Un abbraccio, Francesco